mercoledì 13 settembre 2023

Adattatore portafiltri autocostruito

 Con una fotocamera modificata in full spectrum le potenzialità fotografiche aumentano notevolmente, scegliendo il filtro adeguato si ottengo effetti completamente diversi. Ma quando si vuole comprare un filtro qualsiasi, la prima cosa da decidere è senz'altro il diametro. Disponendo infatti di diversi obiettivi con diversi diametri, o volendone provare vari prima di trovare quello più adeguato, bisogna decidere se prendere un filtro più largo per poi adattarlo a obiettivi più piccoli, oppure comprare un filtro per ogni obiettivo.

Sony 6400 vs Sony 600 Full Spectrum


Facciamo qualche esempio: nel primo caso, disponendo di un filtro da 67mm e volendo adattarlo ad un obiettivo da 49mm, mi ritroverei a dover andare in giro con un qualcosa di veramente scomodo, una specie di "imbuto" che non fa passare inosservati (esperienza personale con uno Zomei 720nm). 

Nel secondo caso, comprando molti filtri di varie misure e colori, andrei incontro ad un problema di costi e di ingombro nello zaino, soprattutto molta confusione.

Dapprima ho pensato di prenderne uno da 52mm sacrificando l'utilizzo di molte ottiche, ma poi, visto che possiedo anche un Tamron 500mm f/8 corredato di filtri da avvitare posteriormente, ho voluto rubare l'idea e realizzare un portafiltri da 30,5mm da montare all'interno dell'adattatore Canon-Sony. 

L'adattatore con il foro portafiltri da 30,5mm
il set di filtri di cui dispongo

Ho realizzato un cerchio di plastica semirigida con un foro da 30mm al centro per ospitare il filtro e dopo varie prove sono riuscito a fermarlo su uno scalino interno dell'adattatore, fissandolo con del biadesivo e aggiungendo del tessuto antiriflesso per rinforzare tutto; la filettatura del filtro si incastra perfettamente nella plastica senza il pericolo che salti via, ma si può rimuovere facilmente afferrandolo con due dita. Per chi dispone di una stampante 3D il lavoro risulterà certamente più pulito e preciso, io invece, come al solito, considero sempre definitivo quello che dovrebbe essere provvisorio...

I filtri in sequenza di taglio. 


Con questa soluzione posso utilizzare QUALSIASI ottica che abbia un tiraggio in distanza superiore a Canon EOS, quindi sicuramente: Nikon-Canon; M42-Canon; PentaxK-Canon, e molti altri ancora.

Avevo pensato di realizzarlo per l'adattatore Sigma MC-11, con possibilità di dialogo con le ottiche Canon, ma non presenta un foro circolare e i filtri risulterebbero ingombranti. Sarebbe interessante provare i nuovi adattatori della K&F, ho visto in funzione quello per Canon-Fuji e sembra funzionare molto bene.



Ovviamente ho provato questo sistema soltanto sulla A6000 e non lo considero funzionale su sistemi Full Frame a meno che non si usino filtri più grandi.
 In commercio si trova un'adattatore realizzato allo stesso modo, in metallo, con filettatura per filtri astronomici da 2": se si dispone già di questi filtri allora è un'ottima soluzione, ma non sono di larghezza standard per obiettivi e sono molto costosi.
 Io uso quelli da 30.5 perché ne avevo già qualcuno, certamente si può provare con filtri di diverso diametro quali per esempio da 37, 39, 40.5, 46, 49mm etc, tutte misure reperibili in commercio, basta essere sicuri che l'adattatore possa ospitarli e che non tocchino parti dell'obiettivo o della fotocamera.

...ed ora basta cambiare obiettivo (e filtro) a secondo delle esigenze


Si può anche considerare di smontare il vetro del filtro dal suo supporto e posizionarlo con del biadesivo sulla parte interna del corpo macchina, o per i più audaci, ritagliarlo a grandezza sensore e "incastrarlo" nel corpo macchina ( maghi della stampa 3D, fate qualcosa modello Kolari! ).

un piccolo contenitore per rullino può trasportare molti filtri contemporaneamente



Come si vede nella foto, lo spazio occupato nello zaino si riduce drasticamente, a tutto vantaggio di una salutare passeggiata fotografica. La sostituzione di un filtro non è operazione velocissima come per quelli a vite, ma nelle mie uscite non l'ho neanche cambiato poi cosi tanto spesso. Inoltre, cambiando soltanto gli obiettivi, il sensore non viene esposto alla polvere.

Da ricordare inoltre che un filtro posto vicino al sensore devia il percorso della luce, quindi a secondo dell'ottica (e della lunghezza focale) che si usa, l'immagine ai bordi potrebbe peggiorare.

Anche in questo post ho messo sul tavolo qualche stravagante idea che spero possa risultare interessante e magari migliorata e condivisa; approfitto per segnalare questo gruppo su JuzaPhoto, dove c'è tanta passione e voglia di divertirsi e sperimentare con la fotografia ad infrarossi.

Alla prossima, un saluto a tutti.


domenica 2 luglio 2023

Oltre la foschia - L'infrarosso

Con questo post, si inizia a parlare di infrarosso. E lo facciamo con una serie di test che ho intenzione di fare ora e nei prossimi post, per capire meglio come funziona il tutto. E' infatti da un po di tempo che scatto con delle macchine da me modificate ottenendo risultati davvero interessanti, sia con i colori falsati sia con il bianco e nero. 

La prima modifica l'ho fatta ad una vecchia compatta panasonic, ma non permetteva il salvataggio del file RAW e quindi ho abbandonato la cosa per un pò. Fino a quando ho rispolverato la mia Canon 550D che non usavo più per via di un difetto sul pulsante di scatto, quindi mi sono fatto coraggio ed ho iniziato lo smontaggio. Un buon banco di prova davvero, con tutte le difficoltà che una reflex mostra in fase di scatto e che non elenco ora. 

Trovata infine un'ottima occasione, ho deciso di modificare una Sony A6000 per avere in un colpo solo batterie ed obiettivi compatibili che le macchine che ora possiedo. La modifica è reversibile, oppure si usa un filtro UV-IR e ritorna a funzionare come una normale fotocamera.

A livello artistico è decisamente d'impatto, si creano dei contrasti caldo-freddo davvero fantastici. 

una veduta dalla cima del monte Pizzoc, a 1560m - Sony A6000 - Filtro 590nm - Pentax Asahi 28mm f/8

Nonostante il web sia pieno di fotografie molto belle, non sono ancora riuscito a togliermi molte curiosità e dubbi su questa tecnica, una per tutte se e quanto l'infrarosso può penetrare la foschia.

E cosi, dopo una bella mangiata alla malga Coda di Bosco al Titti (che consiglio), ho approfittato della veduta nella vallata per fare un confronto diretto.

Le macchine provate sul campo sono una Sony a6400 vs una a6000 Full Spectrum, entrambi da 24 Megapixel. Sotto l'aspetto tecnico del sensore possiamo considerarle molto simili, di fatto questo mi ha permesso di eseguire degli scatti con lo stesso obiettivo, un Pentax 28mm f/3.5 con attacco M42. La scelta di un obiettivo vintage è data dal fatto che queste ottiche hanno uno strato antiriflesso meno filtrante alla gamma infrarossa ottenendo risultati migliori, ma ci sarà spazio anche per una prossima prova a confronto.


sony a6400 color



Sony A6000 - filtro rosso


A6000  - filtro IR 760nm


A6000 - filtro IR 850nm

Negli scatti sopra, anche se ridotti in qualità per motivi di dimensioni, si apprezza subito di quanto si vede più lontano, ma è pur vero che lavorando in questa frequenza usiamo solo 1 pixel su quattro (nei sensori Bayer ci sono 2 verdi, 1 blu e 1 rosso) e ci troviamo quindi con una risoluzione inferiore. Cosa è meglio allora? diciamo che si ottengono due cose diverse e che sarebbe interessante poterle combinare in stacking.


Nelle successive foto ho ritagliato una parte con dei punti di riferimento direttamente da quelle a dimensione intera per apprezzare meglio i dettagli:

1/200 sec


Rosso - 1/320sec


1/125sec - IR 760nm



1/30sec - IR 850nm

La foto a colori è in modalità neutra e anche le altre non hanno subito ritocchi di luminosità o contrasto.

Gli ISO sono impostati a 100, foto da cavalletto, diaframma tra f/8 e f/11, con i tempi riportati in didascalia. Si nota l'aumento dei tempi nella frequenza estrema, ma sono comunque da prendere come indicativi. 

L'adattatore è stato realizzato da me, inserendo un alloggiamento per dei filtri da 30,5 dentro un adapter Sony-Canon, ma anche per questo ci sarà un post dedicato.


Risultati? già con il filtro rosso si vede meglio, ma credo che la migliore sia a 850nm. Parliamo di distanza, non di dettagli, purtroppo quelli sembrano più "impastati". La prossima prova che vorrei fare è capire se c'è differenza tra rifrattore e riflettore e cercare di capire quanto blocca il vetro rispetto allo specchio.

Un saluto, alla prossima!






 




sabato 3 giugno 2023

spingersi in situazioni difficili

 Fotografare un soggetto a più di due km nella laguna veneta alle undici di mattina, significa certamente perdere tempo. Le condizioni atmosferiche sono pessime. Ma l'esperimento voleva testare proprio una situazione davvero estrema, per vedere quanti dettagli avrei potuto recuperare in queste condizioni. Ho cosi realizzato dei filmati e ne ho scelto uno da 1 minuto circa, di cui se ne può vedere una parte sul mio canale youtube.

Il soggetto è una vecchia costruzione in direzione dell'isola di Torcello, distanza di circa 2,2km.

Distanza misurata con funzione righello. La mappa di Google Earth sembra essere datata



screenshot di Google Maps. Mostra una foto molto più recente di Google Earth





La distanza è notevole, la configurazione è Kowa + Baader 2,25 e video 4K su Sony A6400

Ho messo il video sul software P.I.P.P. per la conversione in un formato compatibile ed una scrematura dei fotogrammi a bassa qualità, poi su Autostakkert! per ottenere un file TIFF dalla somma dei fotogrammi migliori, infine un passaggio su Registax per aumentare i dettagli e un successivo software per la regolazione del contrasto.

E il risultato è il seguente:


Decisamente una foto non artistica, ma non era quello che cercavo. E' un esperimento, e quello che ho ottenuto è una foto con una discreta quantità di dettagli, superiore a quelli ottenibili con un singolo scatto. 

Sul tetto e sui lati si riescono a distinguere le linee delle lamiere e delle tavole, mentre si è perso il dettaglio della rete davanti.

L'acqua ha preso un effetto seta, ma non è poi cosi male; sto cercando di arrivare ad una impostazione ottimale dei software, comunque per ora mi ritengo già molto soddisfatto.

Ad oggi non sono a conoscenza di altri che applicano questa tecnica se non per la fotografia astronomica, se qualcuno vuole dare qualche suggerimento lo faccia sotto il video su Youtube, mi farà piacere.

Un test veloce, quindi. Alla prossima!



 


domenica 5 marzo 2023

l'evoluzione del focus

 Nell'ultimo post ho mostrato una foto creata con una serie di scatti, una tecnica usata nella fotografia astronomica che permette di eliminare in gran parte il rumore e l'aberrazione dell'aria.

Nella lunga distanza infatti non fa praticamente differenza avere l'obiettivo più costoso del mondo, perché neanche questo potrà eliminare la distorsione dovuta alla microturbolenza che peggiora drasticamente la qualità dell'immagine finale.

Il seeing quindi (dall'inglese to see) è dipendente dalle condizioni atmosferiche e nell'osservazione terrestre è dipendente anche da fattori ambientali (terreno, acqua ecc.). Prendiamo come esempio l'osservazione di un animale a lunga distanza posizionato dall'altra parte di un piccolo laghetto: il vapore acqueo distruggerà letteralmente il dettaglio dell'immagine, permettendo al massimo una semplice foto documentativa.

L'esperimento che faccio in questo post vuole semplicemente verificare se la tecnica del multiscatto è valida per ottenere una foto con un dettaglio migliore.

Il principio si basa sul fatto che le turbolenze sono casuali (come il rumore ad alti ISO) e non si ripetono mai allo stesso modo, ricombinando quindi un certo numero di scatti otterremo una risultante "aritmentica" più vicina possibile alla realtà.

Ci sono ovviamente delle importanti limitazioni, il primo fra tutti è che l'animale deve restare immobile: esclusi quindi tutti i casi in volo o con animale dal temperamento "nervoso". 

C'è poi il problema dello scatto a raffica veloce che riempe rapidamente il buffer della fotocamera. 

Non è detto però che una raffica più veloce possa portare una migliore qualità, le turbolenze si muovono alla loro velocità e troppi scatti ravvicinati potrebbero aver fotografato la "stessa" turbolenza.

C'è infine il discorso del numero di scatti minimi, diciamo che per ora ho notato differenze evidenti con almeno 20 scatti utilizzabili.

Parlando di turbolenze, esistono condizioni limite dove non mi spingerei, come per esempio un soggetto oltre un tetto in lamiera in piena estate... 

Spero che le prossime uscite mi aiutino a capire qual'è la combinazione ideale di tutti questi elementi.

Vi lascio con due foto a confronto sul mio primo animale ripreso con questa tecnica (ed il più semplice da fotografare perché non si muove mai...): una tartaruga, anzi due, posizionate a 45 metri circa; configurazione Kowa @500mm f/9.6 + Baader 2.25x (circa 1680mm equivalenti in Full Frame); 1/250sec ISO 800. Nel primo scatto troviamo il migliore RAW post prodotto, nel secondo....giudicate voi.



Oasi di Gaggio - Venezia - distanza tra il capanno e (altezza 2 metri circa) ed i due soggetti



migliore scatto singolo in RAW - 1/250s. - f/8 - ISO 800- post produzione e crop




Ricomposizione di 35 scatti e postproduzione - 1/250s. - f/8 - ISO 800

Non è una foto di qualità ma mi sembra che i risultati siano evidenti, considerata la distanza e le condizioni. E' importante specificare che il rumore a 800 ISO è quasi completamente eliminato e anche l'acqua ha ottenuto un effetto seta.

 

Per concludere, vi elenco il software utilizzato: 

P.I.P.P. (planetary imaging pre processor) - per la conversione, crop e stabilizzazione delle foto

Autostakkert - per l'unione delle foto in una TIFF

Registax - opzionale, per elaborare il dettaglio

postproduzione con il vostro software preferito.


Non so se sono i migliori, non so se esistono metodi alternativi più semplici, sono complicati da usare ma gratuiti e per ora sto ottenendo un buon risultato.

Mi piacerebbe fare un tutorial su come usarli, ma sono ancora alla ricerca del giusto compromesso.

Quando usare questa tecnica? in questo blog si parla soltanto di lunga distanza, quindi se ci troviamo in condizioni da non poterci avvicinare ad un soggetto tranquillo come un gufo, un airone o qualsiasi altro che vi venga in mente.

Inoltre non vedo limitazioni per chi fa fotografia con obiettivi standard, se ci provate scrivetemi per sapere come è andata.


Aggiungo un saluto e un grazie ai responsabili dell'Oasi di Gaggio (VE) per il loro lavoro.


Alla prossima!

domenica 19 febbraio 2023

Kowa vs Celestron - non ci avevo ancora pensato?

La realizzazione del duplicatore Canon/Baader del post precedente mi ha permesso di raggiungere una focale del Kowa pari a 500mm x 2.25= 1125mm, non molto distante dai 1250mm del Celestron... ma allora, perché non fare un piccolo confronto? 



Il primo confronto è stato nelle dimensioni, che possiamo considerare all'incirca identiche in lunghezza quando sono senza i paraluce (nella foto il Kowa ha già l'adattatore Canon-Sony, per questo appare più lungo).


Con il paraluce invece le cose cambiano, quello del Kowa è decisamente generoso, inoltre è già innestato il duplicatore per ottenere la focale simile



dimensioni con il paraluce applicato



Il paraluce cel C5 è costituito da due fogli oscuranti incollati tra loro di diametro esatto del telescopio, ma conservandolo nella borsa si è deformato facilmente. 

 Come già spiegato nei post precedenti, usando il C5 con luce diurna ogni accorgimento diventa utile a migliorare l'immagine finale.





Per quanto riguarda il diametro invece, abbiamo due aperture totalmente diverse. Il C5 è un 125mm f/10 di apertura, nel Kowa abbiamo 88mm per una apertura massima di f/5.6 ma che in questo confronto verrà chiuso a f/8 per ottenere il massimo dettaglio possibile.

Per il peso invece, nella configurazione della prima fotografia otteniamo  2,46Kg per il Celestron e 2,13Kg per il Kowa in configurazione 500mm. 







Ho scelto un target situato a 140 metri (google earth). Un errore, data la pessima visibilità di oggi, ho poi fatto una serie di scatti a ISO 100 selezionando i migliori. 


Celestron C5: 1/80sec - 1250mm a 140metri

KowaTP556@500mm+Baader 2.25x: 1/40sec - 1125mm a 140metri

Si può notare una leggera vignettatura nel Celestron, i tempi di scatto sono a suo favore ma se avessi aperto il diaframma del Kowa avrei ottenuto lo stesso valore. Nel dettaglio il Celestron appare leggermente più definito, come si vede nelle foto successive:

CELESTRON C5

KOWA + BAADER 2.25x f/8

il Kowa appare però un pò fuori fuoco ( la parte a destra è più definita del C5), ho fatto certamente qualche errore ma la differenza non è tantissima: infatti parliamo di una distanza notevole, una pessima visibilità e due ottiche tra loro molto diverse. 

Ma la prossima foto è la sorpresa, quello a cui sto lavorando da tempo e che volevo mostrare per ultima:

49 scatti in stacking - KOWA+Baader 2.25 - 100 ISO - 1/40sec

Ho fatto una serie di scatti e li ho riuniti con un software astronomico, ottenedo un'immagine pulita e priva di aberrazioni dovute all'aria. Il dettaglio è molto più elevato e privo di rumore, decisamente un altro livello, e vorrei dedicarci uno dei prossimi post. Ecco che il Kowa restituisce una buona immagine e questo ci mostra quanto sia importante avere una ottima visibilità.

A questo punto, verrebbe da escluderne l'utilizzo faunistico, ma ci sono molti casi in cui l'animale è fermo, immobile, e dato che gli scatti a raffica sono molto veloci bastano un paio di secondi per ottenere più di venti fotografie. Immaginiamo per esempio situazioni a pelo d'acqua o con molto caldo, sono certo che si possa ottenere ottimi risultati. Potete provare a confrontare le tre fotografie, tenendo conto che le prime due sono scatto singolo e l'ultima ben 49 per circa 4 secondi di scatto continuo!

Conclusioni: adoro entrambi queste ottiche e non so mai quale scegliere. Il Kowa è più comodo da trasportare e più robusto ai colpi, ha il diaframma regolabile e lavora anche a focali più corte, ma il Celestron ha un fascino incredibile e quando le condizioni lo permettono, è un piacere usarlo.

Rimando al prossimo post i dettagli del multiscatto, sperando di portare anche qualche cattura faunistica  come esempio. 

Alla prossima, un saluto a tutti.


giovedì 31 marzo 2022

BARLOW BAADER 2,25x come duplicatore di focale Canon DIY

A volte mi annoio. E quando mi annoio, penso e ripenso a come combinare qualcosa di stravagante. 

Per esempio, come realizzare un duplicatore di focale fotografico con una Barlow astronomica.

Era da un pò che la Barlow della Baader attirava la attenzione, cercando di capire come avrei potuto sfruttarla meglio. E dato che ultimamente mi stavo annoiando parecchio, con un pò di fantasia ho deciso di mettermi al lavoro utilizzando quello che avevo a disposizione in casa, curioso di vedere cosa sarei riuscito ad ottenere.

La lente Barlow 2.25x della Baader

Di prove della Barlow 2.25x Baader potete trovarne molte in rete, è di dimensioni molto contenute e questo mi ha fatto immaginare il possibile adattamento. Ho pensato di utilizzare degli anelli macro con innesto Canon EOS, regolabili in lunghezza, potendo fare poi le prove necessarie per trovare la messa a fuoco ad infinito. Per bloccare la lente ho utilizzato del neoprene, cercando di fare un taglio circolare più preciso possibile (ma comunque stretto per comprimere la lente). Ho realizzato due anelli da 5mm di spessore in modo da avere una presa perfetta tra distanziale e lente. Vi assicuro che non si muove di un solo millimetro neanche colpendolo, il neoprene è perfetto, oltre ad essere di colore nero e quindi oscurante.

 Come è mia abitudine, il primo lavoro è sempre esteticamente   pessimo (e poi di solito rimane cosi), ma quello che mi interessa è che funzioni! Ora, il problema successivo è stato calcolare le distanze: è bastato muoverlo leggermente fino a trovare la messa a fuoco ad infinito, ma bisogna dire che il Baader nasce anche per essere montato su un adattatore T2 alla fotocamera, per usarlo a fuoco diretto, e questo ha facilitato le cose. Provandolo su un obiettivo 35mm vintage (con adattatore EOS), ho riscontrato una "compressione" della messa a fuoco, cioè raggiungevo il fuoco infinito già a metà corsa, ma il mio scopo è usarlo sul Kowa e le prove le lascio alla fine del post. Un altro problema è che gli anelli utilizzati sono connessi a vite, quindi non è detto che nel  montaggio finale la fotocamera sia dritta... beh, su questo sono stato fortunato, stringendo gli anelli ho ottenuto un angolo di pochi gradi, ho lasciato quindi leggermente allentati gli anelli che ho poi bloccato con del nastro nero, cosi non rischio di far cadere per terra nulla. Ovviamente questo è ancora il lavoro di prova, la mia idea sarebbe quella di utilizzare dei distanziali con contatti elettrici e collegare poi un obiettivo da duplicare, per vedere come si comporta, sia con attacco Canon (con il Sigma MC-11), sia con Sony.

come si presenta il duplicatore lato obiettivo

Questo invece è il lato fotocamera, prima dell'adattatore Canon Sony

Ho fatto degli scatti di prova a circa 20 metri ed ho utilizzato per il confronto un vecchio duplicatore KENKO 2X TELEPLUS MC7, di cui conosco già i difetti. Tanto per avere un'idea delle dimensioni finali del duplicatore DIY, aggiungo alcune foto:


Duplicatori a confronto: Kenko vs Baader DIY lato obiettivo


Lato posteriore. La Baader è davvero molto stabile, è bastato fare dei fori più piccoli.

Per le dimensioni ci siamo, regolare l'altezza della Baader non è un problema ed il neoprene schiacciato all'interno degli anelli comprime la lente mantenendola davvero ferma.

Ma.... i risultati?

Ho fatto quattro scatti: uno con il Kowa a 500mm, uno con Kenko 2x, uno con Baader 2.25x e poi uno con entrambi (potevo forse resistere??); poi ho ritagliato le quattro foto in modo da avere tutte lo stesso dettaglio; hanno misure diverse ma il confronto vuole mostrare se è meglio duplicare oppure ritagliare.
Tutte le foto (da RAW) hanno NITIDEZZA (sharpen) = 0 e regolazioni di luminosità standard


PRIMO SCATTO: Kowa 500mm F/8, 1/500sec, ISO100

Kowa 500mm f/8




SECONDO SCATTO: Kowa 500mm F/8 + KENKO 2x, 1/160sec, ISO100
Kowa + Kenko




TERZO SCATTO: Kowa 500mm F/8 + BAADER 2.25x DIY, 1/100sec, ISO100
Kowa + BAADER




QUARTO SCATTO: Kowa 500mm F/8 + KENKO 2X + BAADER 2.25x DIY, 1/100sec, ISO500
Kowa+Kenko+Baader


... c'è un ospite sul bullone.

A occhio sembra che il Baader vada molto meglio del Kenko. Ma anche la combinazione dei due restituisce un buon risultato, considerato che è ancora da lavorare in post produzione.
Ora i ritagli, che sono solo dimostrativi e sono presi direttamente dagli scatti precedenti:


Kowa 500mm


Kenko 2x



Baader 2.25x


Kenko + Baader




POSTPRODUZIONE del 3° scatto

Post Produzione Baader

Sono tutti scatti validi, ma il miglior rapporto luce/qualità, contrasto, dettaglio mi sembra ancora il Baader.

Bene, le conclusioni....


è un buon duplicatore, pensato e ottimizzato per essere collegato ad altri obiettivi Baader. Per questo non mi sarei aspettato questo risultato. E poi, il fai-da-te da sempre soddisfazione. Ho voluto fare un esperimento tanto per divertirmi un pò, e per essere sinceri ho impiegato più tempo a fare gli scatti che a realizzare il duplicatore, quindi davvero semplice.



Ora però sto seriamente pensando di montarlo su tubi macro NON a vite, con contatti elettrici possibilmente Sony e poi provare con degli obiettivi tradizionali, sono davvero curioso di vedere come potrebbe rispondere un Tamron 28-75 f/2.8...


Considerazioni finali...

Penso che la distanza dal sensore si possa ancora regolare per ottimizzarla al Kowa, farò altri scatti per valutare.

Poi, insieme al neoprene, vorrei realizzare due spessori rigidi in plastica posizionati sopra e sotto il neoprene stesso, che permetta di mantenere la lente in posizione perfettamente centrata e allineata, sfruttando magari la filettatura per gli obiettivi.

Provata sulla Sony A7II in full frame vignetta, quindi solo per APS-C.

Ovviamente, in attesa di realizzare questo post ho fatto altri scatti all'aperto con entrambi i duplicatori (oltre 3000mm equivalenti), per ora soltanto su soggetti fissi a lunghissima distanza. Non vorrei spoilerare troppo, ma nel prossimo post vorrei parlare della tecnica astronomica multiscatto per eliminare le aberrazioni dell'aria, che ho già provato e vi posso assicurare che il primo soggetto testato a 7,5 Km è stato più che una sorpresa. Ne parleremo meglio...

Spero che il post vi sia piaciuto, come al solito declino ogni responsabilità se volete imitarmi, ma se qualcuno vuole farlo realizzando un video su YouTube, se nominasse questo blog ne sarei felice. 

E lo stesso vale se condividete il post, questo blog nasce per divertirsi insieme e anche per non farvi fare errori che ho già fatto io....

Grazie a tutti, al prossimo post!
 















venerdì 7 gennaio 2022

Conoscere nuovi canali youtube

 Un saluto a tutti! brevissimo post per condividere con voi un canale youtube che ho scoperto da poco. Ottimi video, ottima qualità e soprattutto digiscoping!

Il canale youtube è di Ron, lavora con uno Swarovski da ben 115mm e mi piacciono moltissimo i suoi lavori.

Spero che i suoi video possano aumentare la curiosità di chi vuole conoscere meglio questa tecnica, lascio il link e un invito a seguirlo numerosi:


Ron Schuddeboom Digiscoping


Buona visione a tutti!


Stefano

martedì 9 novembre 2021

Prove di Digiscoping

Un saluto a tutti, questo è un breve post sull'uscita che ho fatto ieri pomeriggio per qualche scatto di prova. Il luogo è il Montello (provincia di Treviso) e il soggetto è un'antenna sul Pianezza, a circa 14Km di distanza (misurati con Google Earth funzione righello).

Volevo fare degli scatti autunnali, ma visto il panorama che avevo a disposizione ho voluto subito approfittarne. 

Il sistema era composta da Kowa TP556, prisma Baader, oculare Baader zoom 8-24 Mark III e proiezione a fuoco diretto sul sensore della Sony A7II (purtroppo non avevo con me la A6400). 


Sony A7II @ 28mm f/8- Segnato in rosso il punto fotografato.








Ho fatto varie prove con lo zoom tra i 12 e i 20mm, mentre per il diaframma ho scelto tra F8 e F11; la foto invece è stata scattata con 1/60, ISO 320 e diaframma F9.5, con lo zoom impostato a 12 mm. 

Ho fatto degli scatti anche con la Barlow Baader, ma il maggiore ingrandimento non ha portato ad un miglioramento dei dettagli, inoltre aumenta il problema della polvere: assemblare il tutto all'aperto non aiuta.

I due scatti sono rispettivamente il file grezzo ritagliato e quello leggermente ripulito e migliorato in  nitidezza e contrasto. 






Per i prossimi esperimenti voglio fare delle prove con un obiettivo connesso, senza fuoco diretto sul sensore. Vorrei anche provare con il Celestron e senz'altro con la A6400 in modo da ottenere più ingrandimenti, speriamo nei prossimi giorni. Un saluto a tutti.